Riceviamo e pubblichiamo questa bellissima lettera aperta ricevuta. Cara Fondazione, sono Daniela una donna di 71 anni e voglio raccontare la mia storia affinché possa essere d’aiuto ad altre persone. Conducevo una vita lavorativa come tanti altri. Molti eventi spiacevoli come la morte di mia madre e quella di mio marito mi hanno portato a uno stress psicologico molto forte che mi ha scatenato un herpes cerebellare da virus.
La notte del 23 novembre 2013 mi sono alzata per andare in bagno, probabilmente sono svenuta e sono andata in coma. Mi hanno ritrovato dopo tre giorni: hanno pensato fossi morta perché ero tutta grigia e avevo perso liquidi. Il medico dell’ambulanza ha pensato che non ci fosse più niente da fare, poi ha sentito un leggero battito. Mi hanno intubata e portata all’ospedale Grassi e da lì è iniziata la mia nuova vita.
Sono rimasta per più di una settimana in terapia intensiva: capivo il significato delle parole e sapevo cosa avrei voluto dire ma non riuscivo più a parlare, emettevo solo suoni gutturali e la gente non mi capiva. Successivamente sono stata altre due settimane all’ospedale Grassi e altri 2 mesi ai Cavalieri di Malta per la riabilitazione.
Durante questo periodo di ricovero Io non riuscivo a stare sul letto perché cadevo all’indietro non parlavo non riuscivo a scrivere e ho ricominciato tutto da capo con tenacia e io vi dico che la forza di volontà si può riuscire perché la vita è bella e deve essere vissuta.
Per una persona che sta male e che non riesce a camminare o a parlare fare dei progressi anche piccoli è un privilegio che ti sprona ad andare avanti. Dopo le dimissioni ho fatto un periodo di riabilitazione di 8 mesi andando a Roma ai Cavalieri di Malta due volte a settimana.
Dopodiché ho iniziato ad andare in palestra per fare un po’ di ginnastica e stare in mezzo alle persone, prendevo l’autobus e per me è stata una conquista, come quando ho ricominciato a muovere i “primi passi” come i bambini e quando uscivo a piedi camminavo rasente ai palazzi per appoggiarmi nel caso perdessi l’equilibrio.
Devo ringraziare anche i miei veri amici che mi hanno aiutato e accompagnato quando ne avevo bisogno. Oltre alla forza di volontà e ai miei amici ho avuto tantissimo aiuto dalla Fondazione Roma Litorale perché grazie al loro aiuto sono diventata più autonoma.
Purtroppo ho perso tanto tempo perché non conoscevo questo centro. Me ne hanno parlato casualmente e dopo i tempi di lista d’attesa finalmente nel giugno 2022 sono stata chiamata e ho iniziato la fisioterapia col dottor Salaris che mi ha aiutato tantissimo: io non riuscivo a correre e la notte mi sognavo che perdevo l’autobus perché non potevo correre e mi sentivo morire.
Il dottor Salaris e i suoi colleghi fisioterapisti formano un bel team, con loro mi sento come a casa e anche se ovviamente non riesco a correre bene sono contenta perché riesco a farlo e non provo vergogna.
A novembre ho iniziato anche la logopedia con la dottoressa Carrara, che mi sta aiutando a migliorare le mie capacità di linguaggio, io seguo le sue indicazioni per riuscire a esprimermi meglio e far sì che il mio eloquio sia più comprensibile.
Io vi sto raccontando la mia storia perché io ho lottato contro la mia malattia e vorrei che anche voi lo faceste: mi avevano detto che sarei rimasto un vegetale e invece eccomi qui e spero di potervi servire come esempio.
Spero anche che questa lettera arrivi alle Istituzioni affinché si possa parlare di più di questo Centro Fondazione Roma Litorale e tutti possano sapere che nel territorio di Ostia esiste questa realtà che aiuta così tanto le persone in difficoltà con problemi e disabilità gravi e anche affinché venga data la possibilità alla Fondazione di aiutare un sempre maggior numero di pazienti e ridurre al minimo le liste di attesa per favorire un intervento che possa garantire al più presto ai malati un aiuto al reinserimento nella società.
Daniela