di Angela Iantosca, direttrice ‘Acqua e Sapone’
Caffè e cappuccino ormai sono il suo forte. Anton da qualche settimana lavora in un bar di Ostia
Oggi lavori un bar vero e proprio, qual è stato il tuo percorso?
Ho iniziato 3 anni fa un corso per barman realizzato dall’Anffas di Ostia in accordo con Sau Cafè durato 20 mesi in totale. Abbiamo imparato tutto: a utilizzare macchine professionali da caffè, la lavastoglie. A realizzare caffè, cappuccini, tè. Appreso le regole basilari del servizio e della relazione con il cliente.
Poi è arrivato il tuo debutto in un bar vero e proprio…
Ho svolto un tirocinio lavorativo nel bar associativo dell’Anffas di Ostia. Si tratta di un luogo aperto a soci, utenti e famiglie. Lì ho fatto un’importante esperienza che mi ha permesso poi di svolgere un altro tirocinio in un bar vero e proprio di Ostia (Comune di Roma) ‘La Scogliera’ che tutti chiamano ‘Il bar di Gioacchino’. Sono il primo del corso ad aver avuto questa opportunità che per me significa tantissimo.
Come ti trovi?
Splendidamente. Giovacchino, il proprietario del bar, e il mio collega Carmelo sono eccezionali con me. Mi aiutano, mi supportano, mi dedicano tanto tempo facendomi capire dove posso migliorare. Siamo ormai un po’ una famiglia. Carmelo è più giocoso, con lui c’è un rapporto di scambio e fatto di scherzi. Giovacchino invece è più serio. Si completano. Io sono felicissimo di aver avuto l’occasione di conoscere due persone davvero speciali come loro. È naturale che passare da un bar associativo a uno in cui ci sono tanti clienti che hanno fretta è tutta un’altra cosa. Mi sento comunque tagliato per questo lavoro, il contatto con la gente mi piace. Se penso a tutti gli anni passati sono orgoglioso di me e dei miei progressi.
E con i clienti?
Sono sempre gentili con me. Alcuni si ricordano e mi chiamano Antony. Non è il mio nome ma fa piacere che mi associno al bar.
Come si svolge la tua giornata?
Il mercoledì, giovedì e venerdì svolgo il tirocinio nel bar di Giovacchino. Mentre il lunedì e il martedì sono al bar dell’Anffas di Ostia. Mi alzo la mattina, prendo i mezzi dall’Infernetto per recarmi a Ostia. Mi piace arrivare puntuale. I compiti sono più o meno gli stessi. Mi cambio, indosso la divisa e poi inizia la giornata: faccio caffè, cappuccini e tè. Svuoto il bancone, spazzo e aspetto le ordinazioni e servo i clienti supportando Carmelo che è un po’ il mio maestro visto che fa questo lavoro da 40 anni. Mi occupo di apparecchiare e sparecchiare, svuotare e riempire la lavastoviglie. Sistemo i tavolini. Cerco di non stare mai fermo e quando mi capita scherzo con i clienti.
Qual è il tuo sogno?
Quello di ogni ragazzo, una vita normale e un lavoro. Mi piacerebbe aiutare la mia famiglia con il mio stipendio, come loro fanno con me. Ho fatto altre esperienze lavorative per trovare la mia attitudine, penso per esempio a quella in un ottico dove accoglievo i clienti. Ma il bar è la mia dimensione. Mi trovo bene.